domenica 26 gennaio 2014

Galleria dell'Arte Accidentale: Premessa + "Quasi Escher"

Premessa.

La figura del critico d'arte fonda le sue origini nella preistoria. Si, nella Preistoria.

Immaginatevi un uomo primitivo, rozzo, sporco e scimmiesco, con i capelli arruffati e nessun gusto nel vestire. Immaginatelo intento a raffigurare il prodotto di una fantasia, un sogno od una visione con rudimentali colori sulla parete della sua caverna. Un colpo di genio, uno slancio espressivo, cio' che in futuro verra' denominato PITTURA RUPESTRE, una rivoluzione per l'umanita' che continua tutt'ora ad essere praticata in svariate forme...e nessuna novita', ma questo e' un'altro discorso... Torniamo al nostro uomo preistorico, preso dall'enfasi di rappresentare cio' che ha dentro, aggredendo quella parete di pensiero colorato. Immaginatelo con alcuni membri della sua tribu' dietro ad esultare, per questa stupefacente novita', producendo una serie di gutturali versi...

Ora, sempre con quest'immagine in testa, osservate l'omino preistorico alla destra dell'artista. Piccolo, piu' peloso degli altri. Non ride, non esulta, non grida. Le donne della tribu' non lo considerano, gli uomini non gli affidano nemmeno il giubbotto durante le risse. Di lui nella tribu' dicono: "grgrfggfrgrg rgrgrfgfrgrf" (che tradotto sarebbe << Come non capisce un cazzo lui, non lo capisce nessuno>>). Ecco, riuscite a raffigurarlo? Ebbene, un secondo dopo il termine dell'opera da parte del nostro artista primate lui sentenziera': " ggrghrg rghrgrhgr" (Tradotto <<Sei molto immaturo come artista>>).

Questo primo critico d'arte della storia ho ragione di credere sia stato massacrato a colpi d'osso e pietra, ma qualcuno in maniera infausta fu' subito pronto a raccogliere in segreto la sua eredita', continuando questa stirpe maligna fino ai giorni nostri.

Ora il mercato e' in mano a persone che con la loro critica al niente condizionano carriere e creano enormi merde snob. La cosa e' peggiorata parecchio dai tempi della Preistoria...

Per il sottoscritto ed altri come lui la parola ARTE con MERCATO non va associata. Va associato ARTIGIANATO ARTISTICO e PRODOTTO DI CONSUMO semmai, ed e' un'altra cosa, ma non divaghiamo su questo, ci tornero' in futuro.

Ebbene in contrapposizione al Giudizio sull'interiorita', che paragonerei a sparare a caso nell'oceano per prendere un determinato pesce, io voglio sviluppare un provocatorio giudizio sull'Accidentalita'.
Artisti che non sanno di esserlo e nemmeno vogliono, ma forse nemmeno sanno chi sia Leonardo Da Vinci o Picasso e non gli frega niente, proporranno le loro opere tramite il sottoscritto che gliele rubera' con i suoi fraudolenti scatti.

Mi autoproclamo CRITICO DELL'ARTE ACCIDENTALE al motto "possiamo farlo tutti"...

Opera: "Quasi Escher"
Autore: Addetto all'imballagio di un'anonima azienda del Padovano
Anno: 2012 (ma forse e' piu' corretto TUTTO IL TEMPO OCCORSO A RICOLORARE UNA PARTITA DI PEZZI FALLATI)
Tecnica: Stencyl-Spray nero su cartone


Un’opera sofferta e complessa, presumibilmente realizzata colorandoci sopra dei materiali con verniciatura insufficiente. Probabilmente gli insulti sono stati coperti. La ricerca dell’ipersurrealismo ci allontana da ESCHER, per portarci nel labirinto temporale da cui si esce solo alla sirena delle 17, con un sospiro di sollievo. L’obbligo della ricerca della forma dentro la forma, ci induce a pensare che anche l’addetto sbagliasse a colorare. Vuoti e spazi pieni si alternano e si compensano a testimonianza della perdita di tempo e della concezione di tempo, consapevole di fare il lavoro che doveva fare un altro e sublimandone la negligenza da statale. Nel complesso un opera esteticamente armonica e concettualmente graffiante. Si nota anche l'abbandono dell'opera a se stessa determinata dal fatto di averla trovata dietro ad uno scaffale, abbandono sinonimo di artista maturo pronto per la guerra successiva o semplicemente stanco di una base per utilizzare lo spray quasi completamente annerita. Pezzo unico ed inestimabile, durera' finche' qualcuno non lo gettera' nel cestone della carta.

GALLERIA D’ARTE ACCIDENTALE

Curatore:

V SPARTACUS

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