sabato 28 dicembre 2013

Mi vendi un po' della tua anima?


E' semplice. Me l'ha insegnato il Capitalismo. Di una mia proprieta', acquisita col denaro, posso farne cio' che voglio. Cio' che voglio, a discapito di cio' che vorrebbe chi la vende. Ovvio.
Ottimo. Oggi sono andato a curiosare in un negozio dell'usato locale. Girovagando tra migliaia di cianfrusaglie, mi imbatto nella parete dei quadri. "Tutti originali e garantiti dagli autori stessi". In effetti ogni quadro ha un cartellino con i dati dell'artista, quindi e' una vendita quasi diretta. Questi artisti stanno vendendo opere in un negozio dell'usato.
Ottimo. Studio un po' i lavori ed alla fine scelgo "Case sul fiume" di un certo Carlo Rosi. L'opera misura 18x38, tempera su Legno. Come si puo' vedere dalla foto, e' la rappresentazione di un piccolo agglomerato di case affacciate su di un fiume. Le tinte definiscono il lasso temporale di osservazione al tramonto. 15 Euros.

Ottimo. Quello che non si vede dalla foto e' l'aria impressa sul supporto. Pennellate vivaci definiscono una vegetazione leggera, sicuramente mossa dal vento. Le sfumate di bianco danno una certa importanza ai riflessi determinati dal sole in decadenza. Le case, forse disabitate, delimitano il confine geografico ad una campagna desolata. Un'attimo, forse qualche minuto, intrappolato in un quadretto 18x38.
Beh, come ho gia' scritto, l'opera e' diventata di mia proprieta', e la fissita' di questo momento su tela mi fa' venire voglia di liberarlo da questa misera prigione, tramite il fuoco. E cosi' e'.

Non credo importi della fine della sua opera a Carlo Rosi, in fin dei conti l'ha venduta. Ha venduto un frammento della sua anima, della sua espressione, del suo arrogante egocentrismo passatista. Potra' benissimo riprodurre migliaia di volte lo stesso momento, nella stessa posizione e venderlo altre migliaia di volte, spacciando per arte quest'esercizio di tecnica infantile, donando nient'altro che un pezzo di legno imbrattato al mondo.
Ottimo. Non ne sentiremo minimamente la mancanza.
Opera Bruciata:
Carlo Rosi- "Case sul Fiume" 1978
18x38 Tempera su Legno.

giovedì 5 dicembre 2013

Fuoco alle menti

Arte. La Odio.
E' una cosa che ho imparato a fare.
Vedo migliaia di produzioni, incuriosito le studio.
Vedo migliaia di performance, incuriosito le vivo.
Vedo migliaia di vite, incuriosito le vedo accadere.
Ma percepisco altro.
Percepisco idee fissate in supporti, performance e vite stesse.
Il diario di un bambino paragonato all'opera millenaria.
Percepisco idee arrogantemente imprigionate su supporti scemare la loro potenza a discapito dell'effimero.
La concezione passatista di far morire un idea per l'esposizione al pubblico.
Produrre Arte. Imprigionare egoisticamente PENSIERI. Far morire le IDEE nei musei, nelle gallerie, nelle mostre.
Vedo Pietro Cannata, rinchiuso in manicomio per aver PROSEGUITO un dipinto di POLLOCK.
Vedo Alexander Brener rinchiuso in prigione per aver COMPLETATO
una croce di Malevic con il simbolo del Dollaro.
Mi chiedo dove sia scappata ARTE.
E se ci stia guardando.
(Leggete solo una volta questo blog. I concetti devono volare)

V SPARTACUS (Vigilantes of Reality - Fronte Libera Idee)